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In materia di architettura, progettiamo alla perfezione e costantemente il nostro approccio. Quando creiamo un progetto, di solito osserviamo il  tutto attraverso la lente di altre discipline. Considero  l’architettura non solo da un punto di vista creativo.

Per me e’ impossibile misurare il risultato finale con sistemi standard. L’architettura è un concetto molto vago. Non è ben chiaro dove inizia e dove finisce, ma è chiaro che è profondamente incorporato nelle nostre vite. Su larga scala, plasma in una certa misura il pensiero dei cittadini. A scala  di utente, influenza direttamente le sue abitudini e necessita’ , le sue opinioni sui concetti. Pertanto, si passa  dai “cubi”, dai muri, dalle sovrapposizioni e osserviamo  la mappa dei processi, creiamo mappe mentali e proviamo a guardare i compiti da diversi aspetti, secondo il principio, direi, di come si creano gli scenari per i film, dove si applicano regole chiare, in particolare legate alla percezione umana.

Non di posizionare mattone su mattone, ma posizionare mattone sul suolo. Vuol dire trasformare una condizione di natura, in una condizione di cultura. E, quindi, già di per sé, se è così, porta lo spirito dell’uomo. Secondo  me l’architettura è l’atto di separazione tra interno ed esterno, terra e cielo, spazio finito e immensità dell’intorno. Si esplicita nel gesto di tracciare un perimetro, primo segno non solo architettonico ma anche antropologico, che identifica un microcosmo interno, «finito», controllato dall’uomo, e un macrocosmo esterno, la natura, l’infinità del paesaggio

Sono certamente convinto che solo costruendo una struttura netta e decisa , un modello, possiamo capire con che cosa e con chi  abbiamo a che fare. Allo stesso tempo, guardarlo nel tempo: il desiderio di fare qualcosa è nato, condizionatamente, ieri, stiamo progettando oggi, l’edificio apparirà domani, sarà gestito dopodomani. È importante capire in un contesto temporale come rendere questo un esempio  coerente che rimanga rilevante, diciamo, per almeno 10-20 anni. Sono pertanto convinto che l’architettura come mezzo di comunicazione registra la traccia di un’epoca.

Chiamiamo il nostro stile “minimalismo dal vivo”. Il minimalismo dal vivo non riguarda l'aspetto visivo. Si riferisce ai sentimenti interiori, al tuo vero sé.

Le nostre missioni

Affrontare ogni progetto come una sintesi di arte, scienza ed esperienza umana, trasformando gli ambienti naturali in punti di riferimento culturali considerando la sostenibilità a lungo termine e l'interazione umana.

La nostra visione

Siamo guidati dall’innovazione, dal rispetto per la natura e dalla ricerca di un design sostenibile. Crediamo che l’architettura debba ispirare, evolversi nel tempo e lasciare un impatto duraturo sia sui suoi abitanti che sul mondo.

I nostri valori